INCONTRO CON GLI AMMALATI 2014

    Sabato 27 settembre, la nostra chiesa si è radunata attorno ai propri ammalati nella celebrazione eucaristica, durante la quale è stato anche conferito il sacramento dell’unzione degli infermi, un sacramento di consolazione e di speranza, che ha lo scopo di sollevare il malato e di aiutarlo ad affrontare con coraggio e con amore la sua malattia.

    La malattia in termini generici è qualcosa che tutti conosciamo e che sappiamo essere presente nella concreta storia di ogni giorno. Eppure quando ci tocca, o quando è qualcuno che ci è molto caro ad esserne colpito, ci accorgiamo che il nostro sapere serve poco. La malattia, quando è seria, decentra tutto: tutto il nostro correre, quello che facevamo e che appariva importante, quasi passa via.

Il malato si trova costretto, come il cireneo del Vangelo, a portare la croce del Signore; i suoi familiari si trovano spesso a stare, come Maria, ai piedi di questa croce. La società – dove vali finché produci – di fatto scarta chi sta male.

    Per fortuna il signore Gesù non scarta nessuno, ed è anzi venuto, e viene, ad alleviare le sofferenze dei piccoli, dei deboli, di chi si sente bisognoso di lui; “venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò”; ci ripete che il male non avrà l’ultima parola.

    Ora noi, che tante volte siamo muti di fronte alla malattia, senza negare il dolore abbiamo anche gioito nella liturgia di sabato dove, tramite i nostri sacerdoti, Gesù, che e’ lo stesso ieri, oggi e sempre, è venuto a toccare, ed a segnare con l’olio dell’unzione, segno di forza e di consolazione, le membra doloranti della sua Chiesa, del suo stesso corpo.

    Viene a condividere i nostri pesi, ci aiuta a portarli, ci riempie di speranza.

    Ora Dio vuole che l’uomo collabori con la Sua opera; si devono perciò anche ringraziare in particolare i volontari della Misericordia e della Pubblica Assistenza che hanno prestato il loro servizio affinché tutto potesse andare per il meglio, persone comuni che aiutano gli altri, a volte angeli nascosti chiamati da Dio ad asciugare le lacrime dei suoi figli sofferenti. Per tutti loro valgono le parole di Gesù; “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

    Ora la messa è finita, ma gli ammalati restano. Preghiamo dunque il Signore “perché che mandi operai nella sua messe”.

CLAUDIO ROSSI

Messaggio di tenerezza

Questa notte ho fatto un sogno.

Ho sognato di camminare su una lunga spiaggia,

in riva al mare, e sullo schermo della notte erano proiettati,

come in un film, tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro e ho visto che

in ogni giorno della mia vita,

erano rimaste delle orme sulla sabbia:

una mia e una del Signore.

 

Ma in certi tratti c’era solo un’orma.

Quei momenti coincidevano

con i giorni più difficili della mia vita;

i giorni di maggior angustia,

di maggiore paura e di dolore …

Ho gridato: “Signore, avevi detto

che saresti stato con me

tutti i giorni della mia vita,

ed io ho accettato di vivere con te.

Perché mi hai lasciato solo

proprio nei momenti peggiori della mia vita?!”.

Ed il Signore mi ha risposto:

“Figlio mio, io ti amo e ti ho detto

che sarei stato con te lungo tutto il cammino.

Figlio mio, i giorni in cui hai visto

solo un’orma sulla sabbia,

sono i giorni in cui ti ho portato in braccio”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *